mercoledì 21 novembre 2012

Giornata della Scuola della Comunità

Giornata della Scuola della Comunità

Conferenza Episcopale Triveneto
COMMISSIONE PASTORALE
PER L’EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L’UNIVERSITẦ

Cari studenti, genitori, dirigenti, docenti, amministratori, politici, comunità cristiane e civili,

ci rivolgiamo a voi tutti con trepidazione e speranza, in questo anno scolastico e di formazione professionale che speriamo sia iniziato bene.

Ci sta a cuore l’educazione globale della persona di tutti, ragazzi e ragazze, che frequentano le scuole presenti nel nostro territorio. L’impegno educativo, da sempre una priorità per la Chiesa, oggi in tempo di grandi trasformazioni, diventa ancora più attuale ed urgente. Il papa Benedetto XVI da anni va richiamando ad un nuovo impegno di tutti di fronte all’emergenza educativa e ricevendo dai Vescovi italiani gli Orientamenti per il decennio 2010-2020 ‘Educare alla vita buona del Vangelo’, li invitava ad un rinnovato impegno educativo individuando come prioritari tre luoghi educativi: ‘famiglia, scuola, comunità cristiana’. Diceva: “Il compito educativo, che avete assunto come prioritario, valorizza segni e tradizioni, di cui l’Italia è così ricca. Necessita di luoghi credibili: anzitutto la famiglia, con il suo ruolo peculiare e irrinunciabile; la scuola, orizzonte comune al di là delle opzioni ideologiche; la parrocchia, ‘fontana del villaggio’, luogo ed esperienza che inizia alla fede nel tessuto delle relazioni quotidiane”(BENEDETTO XVI, Discorso alla CEI, Roma 27 maggio 2010). Ci sentiamo, allora, fortemente chiamati a dare il nostro contributo affinché famiglia, scuola e comunità cristiana diventino veramente luoghi educativi che insieme concorrono al bene delle giovani generazioni e delle loro famiglie.

Lo sappiamo tutti quanto sia difficile e complesso promuovere un impegno educativo serio, motivato, responsabile, efficace in una società disorientata che stenta a trovare un comune orizzonte di valori e che necessita di adulti responsabili e coerenti, capaci di dialogare in maniera franca e critica con le giovani generazioni affinchè si aprano alla verità, alla bellezza e alla bontà per costruire un futuro di speranza. Ognuno, ricco della propria esperienza, è chiamato a dare il meglio si sé per il bene di tutti.

Il sistema di istruzione e di formazione, rimane, e noi ne siamo sempre più convinti, nonostante difficoltà, pregiudizi e tagli alle risorse economico-finanziarie, un luogo ed un tempo educativo strategico per la formazione delle nuove generazioni e per il futuro della società tutta. Siamo convinti che in questo sistema di scuola e di formazione devono convergere gli sforzi di tutti. Istruzione e formazione sono beni di tutti, appartengono, cioè, a tutta la comunità. E così anche noi offriamo il contributo perché ogni componente, (genitori, studenti, docenti, personale) sappia esprimere una partecipazione viva, anzi una corresponsabilità feconda.

La Scuola Cattolica, dall’Infanzia alla Primaria alla Secondaria di 1 e 2 grado, è scuola paritaria, cioè pubblica, grazie alla legge n. 62 del 2000 che riconosce ufficialmente il servizio pubblico che essa svolge nel sistema nazionale di istruzione, accanto alle scuole statali e degli enti locali. È anche una scuola di comunità, perché è stata voluta dalle comunità locali (parrocchie, associazioni genitori, congregazioni religiose, enti morali ed altre istituzioni locali) e perché in essa si incontrano e collaborano gestori, docenti, famiglie, volontari e comunità stesse uniti nella più grande delle responsabilità: far crescere i ragazzi in sapienza, in armonia fisica e spirituale, nella gioia e nella generosità. Spesso queste scuole di comunità sono uniche a fornire il servizio sul loro territorio. È una scuola aperta a tutti, arricchita dall’ispirazione cristiana del suo progetto educativo che, al di là delle condizioni sociali e personali e di religione dei bambini e delle loro famiglie, vuole accogliere tutti con amore, con competenza e con passione.

Purtroppo lo Stato non consente a queste scuole di svolgere serenamente il prezioso compito educativo cui sono incaricate per i continui tagli ai contributi e i loro ritardi nell’erogazione. E così da diversi anni la Scuola Paritaria è costretta a chiedere, ingiustamente, rette sempre maggiori. Lo Stato Italiano e la Regione del Veneto contribuiscono con 70 €. al mese sul costo di un bambino che frequenta le Scuole dell’Infanzia paritaria che è di circa 300 euro al mese, tra incertezze e ritardi paurosi. Il Comune, in genere, interviene in modo diversificato e disomogeneo, a seconda della consuetudine e del singolo bilancio. In questa drammatica situazione ci rimettono tutti: i gestori delle Scuole che si chiedono se vale la pena di affaticarsi a supplire una carenza pubblica; le famiglie per l’iniquità di dover pagare una retta più alta e, allo stesso tempo, pagare le imposte per il servizio statale (quello della Scuola) di cui non fruisce; il personale scolastico con uno stato giuridico ed economico inferiore a quello dipendente dallo Stato e dagli Enti Locali.

La Scuola Cattolica ha bisogno di voi. Ha bisogno che siate consapevoli che essa è un grande patrimonio civile e morale senza il quale la società sarebbe più povera di democrazia e di socialità. Ha bisogno del vostro sostegno convinto e costante per sensibilizzare le autorità amministrative e politiche, e promuovere quanto prima la ‘parità scolastica’. Da 12 anni, pur assolvendo tutti i “doveri”, la parità è ancora lontana. È una questione di giustizia e di civiltà: la grave crisi economica che stiamo vivendo non può essere la scusa per un ennesimo rinvio!

Il sistema della Formazione Professionale del Veneto ha sempre costituito e continua ad essere sia sul piano dei risultati che dell’innovazione, elemento di riferimento e stimolo per l’intero quadro nazionale. La qualità dell’offerta formativa dei nostri Centri di Formazione Professionale è provata dalla frequenza di più di diciannovemila studenti. Fra i risultati conseguiti si evidenziano in particolare i seguenti: l’occupazione degli studenti qualificati, ad un anno dalla qualifica, è mediamente il 70% pur in una situazione di crisi economica; la riduzione del fenomeno della dispersione scolastica in obbligo d’istruzione all’11% , raggiungendo l’obiettivo di ‘Lisbona’, quando la media italiana è del 19%; l’integrazione sociale e culturale oltre che la preparazione al lavoro di un numero sempre più significativo di ragazzi di altre culture e nazionalità; l’azione di inclusione e di qualificazione di molti ragazzi con disabilità.

L’Unione Europea stessa ha rilevato che dove funziona la formazione professionale, la dispersione scolastica diminuisce e per questo nella prossima programmazione 2012/20 saranno finanziati dal Fondo Sociale Europeo i percorsi triennali regionali. Inoltre il MIUR e il Ministero del Lavoro stanno programmando una conferenza di servizi con le Regioni e gli Enti di formazione per consolidare, dove sono presenti, e promuover nelle altre Regioni i sistemi regionali di Formazione Professionale. Appare pertanto illogica in questo quadro la scelta della Regione Veneto di ridurre nella prossima programmazione 2013/14 e per i due anni formativi successivi lo stanziamento rispettivamente di 5, 10 e 15 milioni di euro, con una riduzione del 20% dei corsi che a regime significa una riduzione di più di 3.000 allievi. Il sistema della Formazione Professionale del Veneto presenta un costo ora/allievo di 4,90 euro a fronte di quello dell’Istruzione Statale superiore del 53% e di una media delle regioni italiane pari a 6 euro ora/allievo.

Gli Enti di Formazione Professionale iniziale versano in una situazione di estrema criticità finanziaria essendo esposti con le banche per un importo oramai pari al fatturato di un anno per i ritardi di erogazione dei finanziamenti da parte della Regione. Forma Veneto, che rappresenta gli Enti di ispirazione cristiana che sono titolari di oltre l’80% della formazione professionale iniziale nel Veneto, ha chiesto con forza alla Regione Veneto, innanzitutto, di confermare l’impegno per far proseguire lo sviluppo del sistema della formazione professionale regionale quale servizio pubblico essenziale mantenendo almeno immutato lo stanziamento per il prossimo anno formativo; quindi l’approvazione in tempi rapidi della legge sulla formazione professionale; ed, infine, un più puntuale pagamento di quanto spettante agli Enti per evitarne il ‘default’ finanziario.

In conclusione, sono tanti anni che ci rivolgiamo a Voi consapevoli che la Scuola Cattolica paritaria e i Centri di Formazione Professionale sono un bene della e per la comunità tutta, ed anche oggi, insieme, affermiamo di voler continuare nel nostro impegno perché possano continuare ad offrire ancora il loro servizio di educazione, istruzione e di formazione a tutti. Con fiducia.


I Presidenti Regionali

AGeSC-Michele Dimiddio /CdO-Luciano Gatti/CONFAP-Raffaello Fortuna, FIDAE-Virginia Kaladich / FISM-Ugo Lessio/ ed il Responsabile Commissione Scuola Educazione Università CET – d. Edmondo Lanciarotta


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